Giovedi, 28 marzo 2024 - ORE:14:40

RadioEco: Matteo Bradicich ospite alla trasmissione “Eureka!”

eureka radio eco
L’inviato di Studionews24 Matteo Bradicich, laureando alla facoltà di Medicina e Chirurgia all’Università di Pisa, ha partecipato come ospite alla seconda puntata di “Eureka!”, trasmissione radiofonica lanciata poche settimane fa su RadioEco, la radio dell’Università di Pisa. Matteo è intervenuto in qualità di esperto ed appassionato di ricerche scientifiche.

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Ma veniamo ai dettagli di questo format a tema scientifico. Chi sono i conduttori? Come è nata quest’idea di mettere su uno speciale legato alle scoperte scientifiche e a quegli interrogativi a cui solo la scienza razionale sa rispondere?

«L’idea di “Eureka!” è partita dalla volontà di avere all’interno di una radio universitaria, ovvero RadioEco, un format scientifico che potesse spiegare in modo semplice e divertente fenomeni scientifici, curiosità e stranezze a tutti in modo che anche chi non è dell’ambito in questione riesca a capire tranquillamente di cosa stiamo parlando.»

Queste le sostanziali ragioni esternate da di Lisa Meini, conduttrice di Eureka assieme a Giulia Marino e Dario Zichittella. Lisa, pisana doc, frequenta il primo anno di Scienze Infermieristiche, mentre Giulia e Dario sono siciliani ma studiano a Pisa, rispettivamente Neurobiologia e Giurisprudenza.

“In principio era il caos, poi fu la scienza”

Ecco le prime parole che sanciscono l’incipit della trasmissione radiofonica “Eureka!” sulle note della celebre canzone Don’t Worry Be Happy di Bobby McFerrin. La trasmissione prosegue con una breve introduzione stilata da Lisa Meini, la quale ricorda il successo della prima puntata e ringrazia tutti quanti per l’ascolto e una buona prosecuzione assieme a Dario Zichittella e all’inviato Matteo Bradicich. La prima canzone lanciata porta la firma di Alycia Keys, New Day.

La prima notizia scientifica viene lanciata da Dario:

«Eccoci tornati dopo la nostra prima canzone, pensavamo di iniziare questa seconda puntata in maniera un po’soft e divertente. Si tratta di una una notizia che arriva dai più importanti Hotel europei: il nuovo Picasso, il robot che dipinge i sogni. Ci osserva mentre dormiamo e trasforma il nostro sogno in un’opera d’arte. Questa appunto è la curiosa e tecnologica trovata pubblicitaria di una catena internazionale di hotel. Il robot dipinge in alcune suites dell’Ibis Hotel di Londra, Parigi e Berlino. Come avviene il meccanismo che utilizza appunto il robot? Praticamente un materasso con oltre 80 sensori di movimento, temperatura e rumore monitora il sonno dell’ospite e poi trasmette tutti i segnali che ha rilevato in tempo reale a un computer che li converte in schemi geometrici. Questi dati vengono inviati al braccio del robot che, armato di pennello e colori, li trasferisce sulla tela. Una volta completata l’opera naturalmente risulta unica e irripetibile perché realizzata sullo schema del sonno che è proprio di ogni individuo. Ci si è chiesti quale fosse lo stile di questo robot. Non è naturalmente univoco, perché dipende proprio dalla musa ispiratrice. Chi dorme profondamente senza agitarsi troppo favorirà la produzione di opere dalle linee semplici e da colori chiari, mentre chi si agita (come ad esempio faccio io durante la notte) porterà ad opere più astratte e dai colori più vivaci».

Poi prende nuovamente la parola Lisa:

«A proposito di invenzioni, se avete dubbi sul fatto che le donne ne sappiano una più del diavolo, dovete ricredervi. Mi dispiace ma stasera sono di parte, sono l’unica femminuccia qui, quindi insomma mi sono presa un po’ la briga di trovare un articolo dedicato solo a noi donne. Infatti basta scorrere alcune delle invenzioni che hanno cambiato la vita all’uomo. Indovinate chi le ha inventate? .. Chiaramente le donne. Il ventesimo è stato infatti un secolo ricco di scoperte, invenzioni e brevetti che hanno inciso in maniera significativa sulla qualità di vita dell’uomo. Ma non è che tutte queste scoperte siano dovute all’uomo inteso come sesso maschile. Nel secolo scorso infatti sono moltissime le donne che hanno invaso il campo delle invenzioni e rivoluzionato la vita delle donne stesse. Queste scoperte sono state appunto indotte dalle necessità e hanno contribuito a rendere la donna sempre più emancipata. Infatti riflettete: chi avrebbe mai pensato ad una lavatrice o ad una lavastoviglie se non una donna? Tra le invenzioni più stravaganti concepite dalle donne per una maggiore praticità ci sono quelle del tergicristallo, la sedia a rotelle , il primo lampione pubblico a gas, il giubbotto salvagente e perfino la scatola della pizza. Dall’unione tra la capacità analitica di un uomo e l’abilità di una donna è nato inoltre il primo prototipo di elaboratore elettronico, ovvero il bisnonno del nostro computer. Quindi chi si ostina a pensare che le donne ragionino con la sola parte destra del cervello, ovvero quella della sfera emotiva, sarà costretto a ricredersi. Mandiamo la prossima canzone appunto di una donna…»

La seconda canzone lanciata si chiama Blow Me di Pink. Finita la traccia, Riprende a parlare Dario, che in tema di salute passa la parola all’inviato di Studionews24 Matteo Bradicich, curatore della sezione scienza:

«Oggi vi parlerò di un composto particolarmente pericoloso che si trova in molti alimenti. Stiamo parlando dell’acrilammide, ovvero un composto cancerogeno che è stato studiato dal 2002 e che da alcune ricerche partite dall’università di Stoccolma e in particolare da Donald Mottram (della Reading University nel Regno Unito), e Richard Stadler (della Nestlè a Losanna), hanno individuato che nella cottura di vari alimenti , soprattutto quelli cotti al forno e i fritti. Sfortunatamente a seconda dei tempi e delle temperature di cottura a cui si sottopongono le patate o le varie cose che si possono fare fritte, può insorgere più o meno di questo composto. Ripeto, l’acrilammide è un composto cancerogeno in quanto va ad intercalarsi all’interno della doppia elica del nostro DNA, il nostro materiale genetico, dando seri problemi riguardo la replicazione delle cellule e che può portare anche a tumori. E’ una sostanza parente della melanina, infatti Lisa quando vedi un bel pane cotto bene, è un po’ scuro no? E’ quello che ti da anche un po’ della sensazione di attrazione prima ancora delle sensazioni gustative. Però dobbiamo stare attenti ai tempi di cottura, bisogna sensibilizzare le persone su questo problema.»

La terza canzone viene lanciata da Matteo e si chiama One More Night dei Maroon Five.
 Riprende la parola Lisa:



«Dunque, andiamo adesso a trattare un altro settore, ovvero quello meteorologico. Vi sarete domandati come mai ogni tanto i meteorologi non ci azzeccano con le previsioni del tempo? Specialmente quando abbiamo qualche programma, speriamo nel bel tempo, e invece viene brutto tempo? Stando ad alcuni dati recenti dei centri meteorologici la capacità di prevedere il tempo in modo corretto e a breve termine (si parla di 2-3 giorni) è dell’80%, a lungo termine (vale a dire 6 giorni) è invece molto inferiore. E’ vero infatti che su 365 giorni le previsioni sono azzeccate per circa 290, quindi l’80%. Ma i 75 giorni rimanenti di previsioni errate sono spesso quelle più interessanti, ossia quelli in cui il tempo è in evoluzione. Vediamo in cosa consiste questo: è relativamente semplice prevedere il tempo quando in una certa regione viene rilevata alta pressione o una bassa pressione. Al 99% il tempo del giorno dopo sarà rispettivamente bello o brutto. Quindi bello quando si ha alta pressione, mentre brutto quando si ha bassa pressione. Questo però diventa difficile quando ci si trova in giorni di passaggio da un’alta pressione a una bassa pressione, o viceversa, ossia quando queste aree pressorie si spostano o sono già in movimento. E qui la meteorologia pecca ancora di incertezza; i motivi principali sono due: da un lato la scarsa precisione dei modelli meteorologici in uso, che gestiscono delle aree troppo vaste per tenere conto di situazioni locali che possono avere ricadute nell’evolversi del tempo, dall’altro la limitata capacità dei computer di elaborare una grande quantità di dati in tempi ridotti. In un’area come quella italiana l’evoluzione del tempo è complicata da alcuni fattori, ovvero la presenza del mare su tre lati e le catene montuose che sono quasi perpendicolari l’una all’altra. Quindi questa morfologia può causare dei flussi d’aria molto difficili da anticipare e da prevedere. In conclusione se il giorno dopo dovete andare al mare e le previsioni del tempo avevano messo sole non vi meravigliate se, appena arrivati in spiaggia, comincia a diluviare, perché potreste essere in uno dei fatidici 75 giorni in cui il meteorologo non c’ha azzeccato per nulla!».

La quarta canzone viene lanciata da Lisa e si intitola Cupid di Daniel Powter. Terminata la traccia, riprende la parola Dario:

«Adesso invece parliamo di un fenomeno che si sta verificando proprio in questi giorni, quindi di strettissima attualità, nella costa orientale degli Stati Uniti: l’uragano Sandy. Si parla di danni con proporzioni alquanto spaventose, e ci si è chiesti quale fosse la colpa di fenomeni del genere, se magari la colpa fosse ascrivibile ad esempio ad un fattore strettamente climatico. Con venti di intensità variabile tra i 40 e i 190 km/h tra lunedì 29 ottobre e martedì 30 l’uragano Sandy era classificato di categoria 1, la prima delle 5 descritte nella scala Saffir Simpson, vale a dire la categoria con meno danni previsti. Come abbiamo potuto constatare tutti, i danni sono stati ben maggiori rispetto alle previsioni. Ciò è stato giustificato col fatto che, al culmine del suo percorso, Sandy si è caricato inglobando correnti fredde polari, tempeste e altri uragani, con la coincidenza della luna piena, ossia il massimo di alta marea. Su cosa si è sviluppata quindi l’indagine degli scienziati? In particolare gli scienziati si sono chiesti se fenomeni di questa dimensione potessero essere imputati anche a cambiamenti climatici e in ultima analisi alle attività umane. Sandy viene definito un fenomeno ibrido frutto sicuramente del caso, ma a cui sicuramente seguiranno delle repliche più frequenti.»

La quinta canzone viene lanciata da Dario e si intitola Some Nights della band inglese F.U.N.;
 Lisa passa la parola a Matteo sul tema delle vaccinazioni, dopo la lettura del titolo dell’articolo “Vaccino si, vaccino no: quest’anno i rischi sembrano maggiori dei benefici“:

«Esatto Lisa, questo è il titolo dell’articolo che potete trovare su studionews24.com, il giornale online per cui lavoro e di cui curo la sezione scienza. Naturalmente in questo periodo di inizio novembre con i primi freddi e la caduta delle temperature abbiamo anche un po’ accusato questo cambio di temperatura. Da un ottobre molto mite siamo passati repentinamente ad un novembre inaspettatamente freddo e con questo si sono anche incrementati i rischi per la nostra salute. Sono emerse quest’anno delle nuove rivelazioni sui possibili rischi causati dalla somministrazione di vaccini antinfluenzali. Ogni anno vediamo che comincia la campagna antinfluenzale, che quest’anno è stata sancita il 15 di ottobre, le solite sponsorizzazioni per i vaccini contro l’influenza, contro i vari ceppi virali che possono insorgere, sulla base delle varie previsioni che fanno di solito le case farmaceutiche. Quest’anno però gli effetti collaterali che gli anni scorsi si potevano ritrovare appunto in una percentuale limitata dei pazienti che hanno deciso di usufruire del vaccino sono saliti. La domanda sorge spontanea: questi sintomi sono tutti dovuti alla normale reazione immunitaria, come avevamo detto, successiva all’introduzione dei vari cocktails virali introdotti con il vaccino all’interno dell’organismo, oppure sono dovuti ad un abuso di questi vaccini? In generale si sta diffondendo nella comunità scientifica un certo scetticismo nella risoluzione troppo semplicistica ed immediata di queste problematiche, etichettandole come  reazioni allergiche. Il problema si è configurato in questo modo quest’anno: per le leggi del mercato i vaccini vengono messi in commercio tutti insieme. Solo che non tutte le case farmaceutiche si sono ritrovate pronte per quella data e di conseguenza si sono verificati tanti problemi legati a reazioni influenzali e para-influenzali. I dubbi restano però, e ci sono tanti pro e tanti contro nell’adozione del vaccino. La pratica del vaccino resta una procedura sicura, veloce ed economica, che permette un’immunizzazione efficace verso non solo i virus influenzali, ma anche verso virus che portano a patologie più serie. Per quanto riguarda i contro, molti dottori ritengono la pratica del vaccino non necessaria e superflua, perché sottopone l’organismo ad eccessivi stress infettivi. Si ritiene infatti che l’organismo umano sia capace da solo di superare i malanni stagionali.»

La sesta canzone viene lanciata da Lisa e si intitola So Good di B.O.B.; finita la quinta canzone Dario prende parola:

«Visto che siamo in tema di vaccini ed influenza, volevo parlarvi di un problema che affligge molte persone ed in particolare anche me: il mal di testa. Secondo un recente studio portato avanti da ricercatori tedeschi ed iraniani, le soluzioni che contengono menta riescono a ridurre notevolmente la percezione del dolore in pazienti affetti da emicranie croniche. La particolarità di questo studio sta nel fatto che non sono stati sottoposti a test pazienti affetti da mal di testa ma soggetti sani. Questo per identificare la soglia di dolore nel sopportare il mal di testa, per poi scoprire come aumentarla.»

L’ultima canzone viene lanciata da Matteo e si intitola Only The Horses degli Scissor Sisters. La trasmissione termina con Lisa che ringrazia l’inviato di Studionews24, Matteo Bradicich, per la partecipazione al programma “Eureka!” su RadioEco. Lisa conclude con l’aforisma del giorno:

“Il processo di una scoperta scientifica è in effetti un continuo conflitto di meraviglie.”

Per ascoltare l’intera puntata di Eureka su Radio Eco ecco il podcast:



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