Venerdi, 29 marzo 2024 - ORE:09:28

Vaccino sì, vaccino no: quest’anno i rischi sembrano maggiori dei benefici

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Dolori muscolari, gola gonfia, vene pulsanti ed ingrossate, febbre e brividi, forti mal di testa: sono questi i sintomi accusati nell’arco delle prime ventiquattro ore da molti di coloro i quali hanno deciso di vaccinarsi contro i ceppi virali influenzali il cui arrivo è previsto durante questo inverno. L’insorgere dei sintomi è estremamente rapido: il paziente si reca dal proprio medico curante o alla ASL, dove gli viene somministrato il vaccino con le solite modalità – fiala preriempita per iniezione intradermica –, poi torna a casa e, generalmente dopo una notte di sonno, si risveglia con muscoli ed articolazioni indolenziti, mal di testa, brividi e sudorazione “fredda” tipica della febbre. C’è da dire che non è una novità che un vaccino particolarmente potente o assunto durante periodi di debilitazione psicofisica possa far insorgere sintomi influenzali o parainfluenzali, dato che ciò che il vaccino simula all’interno dell’organismo è proprio un’infezione da parte di un virus influenzale.

Ciò che sorprende quest’anno è la grande proporzione di casi in cui si accusano sintomi, influenzali e non, anche di importanza sostanziosa. Un esempio è fornito da frequenti problemi cardiovascolari conseguenti la somministrazione del vaccino: tachicardia e senso di affaticamento diffuso, oppure congestione delle vene. Questi sintomi sono tutti ascrivibili ad una normale reazione immunitaria successiva all’introduzione dei vari cocktails virali introdotti con il vaccino all’interno dell’organismo? I sintomi non propriamente influenzali sono tutti attribuibili ad eccipienti che possono scatenare fenomeni allergici? Le risposte che si hanno a queste domande sono spesso diverse e contrastanti, ma in generale si sta diffondendo nella comunità scientifica un certo scetticismo nei confronti di una fin troppo semplicistica risoluzione di questi quesiti tramite l’etichettatura di fenomeni imprevisti, conseguenti ad un vaccino, fatti passare come “reazioni allergiche”.

Questo autunno i problemi al momento della messa in commercio dei vaccini da parte delle varie case farmaceutiche non sono mancati: una legge ministeriale prevede che i vaccini vengano messi in commercio simultaneamente sul mercato, per non dare vantaggi economici a nessuna delle ditte produttrici. Per problemi di controllo della qualità della produzione di diverse di queste case farmaceutiche, in primis la Novartis, la messa in commercio dei vaccini antinfluenzali è stata addirittura ritardata: dopo giorni e settimane di attesa si è proceduti comunque alla messa in commercio dei vaccini pronti in quel momento, ma, come spesso accade, gli scarsi controlli in queste situazioni di caos burocratico ed economico hanno probabilmente fatto superare le maglie delle analisi prevendita anche a lotti di vaccini non propriamente testati. Altri segnali di una situazione fuori dall’ordinario provengono dalle farmacie, dove, richiedendo un dato vaccino antinfluenzale, si ricevono risposte spesso vaghe od elusive –“ Non arriva, non è stato ancora inviato”–, mentre talvolta gestori più informati e precisi dichiarano espressamente che le case farmaceutiche sono incappate in errori gestionali della produzione.

Evidentemente quest’anno non è stata solo la Novartis a presentare problemi nella tempestiva messa in commercio di vaccini a norma a giudicare dalle cifre di pazienti che hanno manifestato sintomi decisamente eccessivi dopo aver ricevuto la vaccinazione, sebbene questa pratica sia ormai abbastanza comune e diffusa, richiamando presso le ASL e i medici di famiglia migliaia di persone delle più disparate età desiderose di implementare le proprie difese immunitarie.

La pratica del vaccino:

Il vaccino, messo a punto dal medico e naturalista britannico Edward Jenner ( 1749 – 1823 ), deve il suo nome dalla fonte da cui per la prima volta Jenner stesso ricavò il materiale virale che permette l’immunizzazione da malattie spesso pericolose, ovvero le mammelle delle mucche, da cui, più specificamente, Jenner riuscì a ricavare un vaccino contro il vaiolo che colpisce gli esseri umani. Dalla scoperta e dalle prime applicazioni del vaccino, questo ha permesso l’immunizzazione preventiva di malattie un tempo endemiche e potenzialmente letali anche nel nostro stesso Paese, come morbillo, poliomielite, parotite, rosolia, difterite, tetano e pertosse.

Il meccanismo alla base dell’immunizzazione, nonostante siano trascorsi ormai secoli dalla scoperta di Jenner, si mantiene lo stesso, sebbene oggi si siano meglio comprese le basi molecolari del principio che permette al nostro sistema immunitario di difendersi da infezioni virali, per le quali, com’è noto, non sono disponibili farmaci ad azione diretta come gli antibiotici per i batteri, essendo i virus organismi ai confini della vita, poiché la loro replicazione dipende interamente da cellule ospiti: per questo motivo i virus sono considerati, più che organismi viventi, dei vettori genetici.

Vaccino e Rischi

Il vaccino simula ciò che fa il virus quando infetta un organismo: si realizza un’iniezione, spesso intradermica, di materiale genetico estraneo all’organismo e proteine complesse estratti da organismi opportuni, trattando il preparato in modo che non perda le proprietà antigeniche, ovvero quelle caratteristiche che stimolano l’organismo a produrre anticorpi mirati conto quello specifico antigene che ha infettato l’organismo. Una futura infezione del virus con materiale genetico ( DNA ma anche RNA ) e proteine affini a quelle somministrate mediante il vaccino verrà gestita in modo più efficace e più rapidamente dal sistema immunitario, “ memore “ della infezione simulata dal vaccino stesso.

I pro:

Il vaccino è una pratica abbastanza economica e decisamente sicura – fatti salvi i casi particolarmente importanti di effetti collaterali di quest’anno – che permette un’immunizzazione rapida ed efficace verso non solo virus influenzali ( per i quali tra l’altro il vaccino non è obbligatorio ) ma anche verso virus veicolanti patologie più serie, contro i quali il vaccino è invece obbligatorio e somministrato generalmente in età infantile, come quelli antidifterite, antitetanica, antipoliomielite e antiepatite virale B. Attualmente sono in corso ferventi ricerche sul vaccino contro il virus veicolante l’AIDS ( HIV-1 ).

I contro:

Molti medici e pazienti ritengono il vaccino come pratica non necessaria o superflua, che costa al paziente ed al sistema sanitario e che sottopone l’organismo cui il vaccino viene somministrato eccessivi stress infettivi. Sostanzialmente tale scuola di pensiero, pur non sottovalutando l’efficacia dei vaccini resi obbligatori dal Ministero della Sanità o dall’OMS, ritiene l’organismo umano capace di superare senza aiuti esterni i malanni di stagione.

I dati di quest’anno in pillole:

  • 12 – 14 milioni le dosi di vaccino antinfluenzale normalmente somministrate in Italia.
  • 487000 le dosi Novartis già consegnate alle ASL ed alle farmacie e che vanno ritirate.
  • 3 milioni le dosi della Novartis bloccate dall’Aifa.
  • 2 milioni e 350000 le dosi della Crucell bloccate a fine Ottobre dalla stessa azienda dopo i controlli di sicurezza.
  • Il 15 Ottobre è la data di inizio della vaccinazione indicata dal Ministero della Salute.
  • 2 mesi è il tempo stabilito di durata della campagna vaccinale.
  • I vaccini sequestrati: Agrippal, Fluad, Influpozzi sub unità e adiuvato.
  • 1500 è il numero verde del Ministero della Salute per informazioni sul ritiro dei vaccini antinfluenzali.


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