Giovedi, 10 ottobre 2024 - ORE:04:16

Addio a Renato Dulbecco , il Nobel italiano che decifrò i meccanismi genetici del cancro

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Avrebbe compiuto 98 anni domani. Ci ha lasciati invece ieri Renato Dulbecco, premio Nobel per la Medicina nel 1975. Lo sconforto è profondo fin nelle più alte cariche dello Stato italiano, ma dietro di sé Dulbecco lascia progressi tangibili che rimarranno immortali nel campo della genetica molecolare e nell’ oncologia.
Renato Dulbecco nasce a Catanzaro nel 1914, e a sedici anni si iscrive alla facoltà di Medicina e Chirurgia di Torino, laureandosi nei tempi previsti con tanto di lode. Nel 1947 lascia l’ Italia per trasferirsi negli USA su invito di un altro gigante della biologia e della genetica molecolari, Salvador Luria ( Nobel per la Medicina nel 1969 ).

Negli Stati Uniti, spostandosi tra Bloomington, Indiana, il Caltech di Pasadena e il Salk Institute di La Jolla, California, svolge con successo ricerche fondamentali prima sui meccanismi molecolari di riparazione del DNA sottoposto a radiazioni, e successivamente su vari tipi di elementi genetici mobili, fra cui alcuni virus batteriofagi, analizzando come porzioni di genoma estraneo alla cellula possano essere assimilati nel genoma della stessa e a quali conseguenze può portare tale introduzione.

Queste ultime analisi porteranno Dulbecco alla formulazione del modello molecolare degli oncogèni, attraverso il quale si possono spiegare e prevedere possibili comportamenti anomali di una cellula che si avvia verso uno stadio canceroso, ovvero di iperattività con conseguente iperproliferazione ai danni delle vicine cellule sane. Tale modello, tanto brillante quanto elegante nella sua semplicità, unito alla lungimiranza scientifica che ha sempre contraddistinto Dulbecco, gli è valso il premio Nobel per la Medicina nel 1975, di cui sono stati insigniti anche i suoi ex allievi Baltimore e Temin.
Nel 1986 si ricorda la sua ultima sfida, la dirigenza del settore italiano del Progetto Genoma Umano, una ricerca scientifica di dimensioni mai viste prima, coordinata a livello internazionale e tesa a sequenziare ogni parte di DNA che costituisce il patrimonio genetico dell’ uomo.

Sulla scia di tale ricerca verrà lanciato successivamente il Progetto Proteoma Umano, impresa ancor più titanica che tenta di definire il patrimonio di proteine di cui ogni uomo dispone e si serve quotidianamente.
“ Era riuscito “ dice Luigi Nicolais, presidente del CNR , “ ad avvicinare e chiarire alla gente il ruolo e la funzione sociale dello scienziato “ . Anche noi vogliamo ricordarlo così, come scienziato che ha tentato di schiuderci l’ intricato insieme di informazioni che alberga nelle cellule e decifrarne il significato per la nostra esistenza.



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